Dopo Riccione

A BOCCE FERME


“Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati…”

In un’annata finita senza acuti, mi vengono in soccorso queste belle parole che circolano in rete, attribuite (probabilmente erroneamente) a Pierpaolo Pasolini. Di chiunque sia la paternità (o maternità) condivido in pieno il loro senso.

Non parlerò quindi dei singoli, non elencherò vittorie che pur ci sono state, o le cifre dei vari ranking che pure parlano della bontà della squadra, ma mi rivolgerò a tutti.

Siete stati in gamba, l’impegno è stato costante, ognuno ha dato il meglio di sé e questo è ciò che più conta.

In una stagione lunga e dura come la vostra, ci sono sempre momenti belli, dentro e fuori della pedana, momenti di gioia che continuerete a ricordare, così come ci sono momenti duri, scontri feroci con la realtà che non fa sconti che vi faranno star male.

L’equilibrio dipende dal metro che usate.

Non sempre, pur preparandosi nel migliore dei modi, le cose vanno come si vorrebbe. Bisogna arrivare al massimo della forma e della convinzione al momento giusto (quest’anno diversi di voi hanno dovuto combattere con incidenti e acciacchi vari) e insieme a questo, avere quel pizzico di fortuna che non guasta.

Nelle vittorie conservate l’umiltà e nelle sconfitte non demoralizzatevi, mostrate comunque orgoglio e dignità perchè lo sport non è mai una guerra, ma un sano confronto e una sfida, soprattutto con se stessi e i propri limiti.

IN SALA SCHERMA CON ELISA VARDARO


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